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IRENE GAETA

 Profilo biografico

Sono Irene Gaeta, nata a Lanciano il 17 marzo 1937. Provengo da una famiglia di comprovata fede cattolica, con numerose vocazioni sacerdotali e religiose. Ho sempre amato la Chiesa, tanto da voler dare la vita per lei, per i sacerdoti e per il Papa. Sono sempre stata orgogliosa di ubbidire incondizionatamente ai parroci che ho di volta in volta incontrato.

Il 18 giugno del ’46, andando a dormire, vidi nella mia camera da letto un frate, vestito con i paramenti sacri, bianco e oro, che mi benediva con l’ostensorio. La stanza era rischiarata da una luce soprannaturale. Dopo la benedizione, mi fece vedere l’ostia che diventava carne e il vino che diventava sangue (tanto da averne imbrattate le mani). Mi disse: “Brutta birbante, stai attenta a questo momento!” e mi tirò l’orecchio destro; poi mi fece vedere come mi aveva salvato l’anno precedente da un grande pericolo. Io gli domandai: “Chi sei?” Lui rispose: “Sono Padre Pio da Pietrelcina”. Glielo domandai per tre volte, seguendo il consiglio di mia nonna contro le illusioni diaboliche, e la terza volta egli mi rispose: “Sono un frate che prega. Un giorno mi conoscerai.” Alla mia domanda, su come potesse conoscere determinate circostanze della mia vita, egli rispose: “Io so tutto di te, perché da quando sei nata, l’Eterno Padre ti ha affidata alle mie mani. Io ti ho salvata e ti salverò sempre.” Detto questo, tolte le sacre vesti, si mise seduto sul mio letto, vestito da frate, mi prese le mani sulle sue ginocchia e mi disse: “Guarda figlia mia, non è un sogno ma è una realtà. L’Eterno Padre mi ha mandato. Per prova verificherai che tua madre ha avuto un aborto “naturale” e che a tuo padre domani arriverà una lettera e tutto va bene”. Per capire ciò che mi riferiva Padre Pio è necessario sapere che mio padre era responsabile dei Giardini del Quirinale, al servizio di Sua Maestà. Nel maggio del ’46, in seguito al referendum, il re dovette andare in esilio e mio padre, perdendo il lavoro, non sapeva se tornare in Abruzzo o rimanere a Roma.

Questo dubbio venne risolto con l’arrivo della lettera che riferiva quanto segue: mio padre, in base ai suoi titoli di merito e per la famiglia numerosa, era stato inserito nel Corpo Forestale dello Stato. Tutto si risolse, come aveva predetto Padre Pio.

Negli anni successivi (fino al ’57) godetti delle sue frequenti visite in bilocazione e, sotto la sua guida spirituale, constatai la sua paternità soprannaturale: spesso, su sua richiesta, pregavo l’Eterno Padre, il Sacro Cuore di Gesù e la Mamma Celeste per salvare diverse persone dallo scoppio accidentale di mine e di bombe inesplose. In quel periodo avvicinai molte persone alla fede, pregando con loro e invitandole a convertirsi e a confessarsi.

Nella primavera del ’57 vidi sul quotidiano “Il Giornale d’Italia” una piccola fotografia di Padre Pio ed esclamai in presenza di mia madre: “Questo è il frate che vedo sempre!” Capii soltanto allora che egli era vivo (pensavo infatti che fosse un santo morto, anche perché in quel periodo avevo incontri con le anime sante del Purgatorio, con Sant’Antonio da Padova e San Gabriele dell’Addolorata).

Nel dicembre del ’60 sono andata per la prima volta a San Giovanni Rotondo, nel periodo in cui non era possibile avvicinarlo. Andai a confessarmi in un normale confessionale e al sacerdote si sovrappose Padre Pio che mi disse: “La Madonna di Pompei ti mette in mano una grande missione. Devi andare a Frosinone e devi portare Lucia (una mia amica) a casa sua … non passare per Napoli ma vai ad Arce”. Lì per lì non mi resi conto della missione che mi aveva affidato e mentre mi trovavo nella mia stanza d’albergo, mi apparve in bilocazione e mi disse che non avevo capito niente… e mi rispiegò quello che dovevo fare e che poi ho fatto.
Tutto si risolse come la Mamma Celeste aveva chiesto: si trattava del padre di Lucia che stava morendo e chiese alla Madonna di rivedere sua figlia dopo dieci anni di lontananza. Una volta esaudito il suo desiderio dopo tre ore dall’incontro, ritornò alla Casa del Padre.
Per tutto ciò che mi accadeva e per l’amore che avevo verso il Signore, pensavo sempre di abbracciare una vita religiosa monacale. Ho tanto lavorato come zelatrice missionaria, nell’Azione Cattolica e sono terziaria francescana.
Andando da Padre Pio gli esposi il mio desiderio di entrare in convento, lui mi disse: “ Figlia mia, cosa c’è di più bello della vera vocazione!... fra tre mesi ti dirò quello che devi fare.” Nel febbraio del ’61 Padre Pio mi disse: “Ti condurrò all’apice dell’alta aristocrazia, non perché tu viva come loro, ma tu possa capire come sono miseri e poveri dentro.” Subito dopo aprii un atelier di alta moda come stilista in Via Frattina, a Roma, ed ebbi fra le mie clienti i più bei nomi dell’alta aristocrazia e dello spettacolo. In questo modo ho potuto aiutare numerose persone a riscoprire la carità, l’amore di Dio e vivere in grazia.

Il 28 luglio del ’62, avevo programmato di trascorrere il mese di ferie presso le Suore di San Giuseppe a San Giovanni Rotondo. Al mattino Padre Pio mi comparve con le sacre vesti e mi fece vedere che celebrava la Santa Messa ma gli mancava il calice. Mi disse :”… vedi? … portamelo!”
Non avevo soldi sufficienti per acquistarlo, ma lui mi disse che in tre giorni li avrei avuti ….
Ebbi la somma grazie ai vestiti confezionati per Alida Chelli che me li ordinò all’ultimo minuto e in tre giorni realizzai 11 vestiti. Quindi ricevetti una somma tale da essere sufficiente per acquistare il calice. Il 2 agosto arrivai da Padre Pio e glielo portai. Nel prendere il dono tra le mani mi disse:
“ Grazie … grazie figlia mia! Finalmente sei arrivata!” Padre Pio di calici ne riceveva tanti … più preziosi del mio, ma egli voleva un’anima da offrire al Signore … ed io nel calice avevo messo un

biglietto così scritto: “ Padre Pio quando domani mattina celebrerai la Santa Messa con questo calice, offri la mia vita all’Eterno Padre nella piena Sua volontà senza condizione alcuna.”

Padre Pio lo fece.

Nel frattempo mi sono confessata da lui altre tre volte, ma mai un accenno al dono ricevuto.
Ad ottobre dello stesso anno mi invitò perentoriamente in bilocazione a tornare da lui. Quando andai mi disse: “Figlia mia, l’Eterno Padre ti ha fatto un gran dono, ma tu non lo capisci adesso! lo capirai con il tempo. Ti ha accettata con me ai piedi del Crocifisso. Sei sempre unita a me fino alla fine, fino alla morte, e otterrai tante grazie e anche miracoli se con fede pregherai! …. E un giorno avrai il mio Crocifisso.” (1).
In quel momento ebbi la percezione di un gran terremoto, e mi sentii completamente schiacciata come sotto il peso di numerosi palazzi, annientata come la cenere di una cicca di sigaretta compressa a terra, da oltrepassare la superficie del pavimento, io non esistevo più. Egli mi guardò intensamente …. con un volto trasfigurato e splendente di luce e di lacrime, con grande amore e compassione, mi ripeté : “Figlia mia! Figlia mia... sei unita a me sempre fino alla fine, fino alla morte!” Da allora mi sento unita a lui in tutte le circostanze della vita.

Il 29 marzo del ’66, durante la celebrazione della Santa Messa, Padre Pio mi indicò un giovane che doveva andare a confessarsi da lui. Questo giovane, che si chiamava Domenico, andò da lui a confessarsi … mi conobbe … mi chiese di sposarlo … ma io risposi che avrei fatto ciò che Padre Pio mi avrebbe indicato. Dopo tre mesi Padre Pio in confessione mi disse: “… Sposati!… figlia mia! Sposati!... Così adempi la volontà di Dio! Il matrimonio tuo lo benedico io … la famiglia tua è la famiglia mia …. .i figli tuoi sono i figli miei!...”
Tornai a Roma, telefonai a Domenico e gli dissi :” Padre Pio ha detto di sì!::” ci fidanzammo e dopo tre mesi ci sposammo.
E’ cominciata così una vita normale di sposa e di madre e lavoratrice pur essendo molto impegnata nelle attività religiose, tenendo sempre il Signore Gesù al primo posto . Una bella famiglia allietata da quattro meravigliosi figli.

Il 22 febbraio del 2006 mio marito Domenico è volato al cielo, come Padre Pio mi aveva preannunciato due anni prima.

Per quanto riguarda la mia direzione spirituale e quella del gruppo e la realizzazione delle varie opere a me affidate, il Signore mi ha sempre fatto guidare da santi sacerdoti, come è stato qui a Vitinia il parroco Mons. Marino Bruno, oggi defunto, seguito dall’attuale parroco Mons. Isidoro Taschin.
Per circa dieci anni abbiamo avuto incontri settimanali in parrocchia, a Vitinia, di formazione francescana guidata dal parroco Mons. Marino Bruno, dai Padri Francescani di Via Veneto parrocchia dell’Immacolata e dalla parrocchia di San Leonardo da Porto Maurizio (O.F.M.) di Acilia. Abbiamo tenuto molti convegni e conferenze sulla persona e spiritualità di Padre Pio fino al 1999 con la partecipazione di molti intellettuali della Chiesa e della cultura.

Il mio primo Padre Spirituale consigliatomi da Padre Pio nel 1963 è stato il Padre Luigi Cattaneo, Sacramentino, morto nel 1985 in concetto di santità.

Dal 1988 a tutt’oggi, mi ha sempre seguito, consigliata e sostenuta, come fratello e padre, Padre Guglielmo Alimonti (O.F.M.Cap), ed ancora oggi è il mio e nostro punto di riferimento avendo ereditato tanti carismi da Padre Pio …. e il suo cuore cammina con noi!

Nell’ottobre 1999 Padre Pio mi disse:” Figlia mia! Prepara un gruppo di anime che vivano il Vangelo come l’ho vissuto io!... una Milizia Eucaristica Francescana Diocesana!”…. ne parlai con
Padre Gerardo Di Flumeri, Postulatore nel processo di canonizzazione di Padre Pio (O.F.M.Cap) il quale mi disse:” I Discepoli di Padre Pio!” Mi scandalizzo e rispondo:” No! Padre Gerardo i Discepoli li ha solo Gesù!” mi risponde:” Irene, tu non hai capito proprio niente!.... in Padre Pio è vissuto Gesù! I sassi di San Giovanni Rotondo sono bagnati dal sangue di Gesù. Se non fosse stato Gesù in Lui non sarebbe vissuto più di tre giorni, per il sangue che versava! E poi, che ne sai tu!?... i Discepoli di Padre Pio è scritto anche nelle libro delle sue Profezie! (pag. 323… 383… non capii!). Io ribatto: “Padre, perché non dici qualcosa delle Profezie anche a me!” Mi rispose:” No! sarà dato goccia per goccia entro 100 anni, altrimenti si sconvolgerebbe il mondo!”
Padre Gerardo non voleva saperne di una istituzione Francescana Diocesana perché non compatibili, o Francescana o Diocesana. Mi mandò a pregare e mi disse di chiedere al Signore perché …
Per ubbidienza andai a pregare sulla Via Crucis di San Giovanni Rotondo, e sul monte, la voce forte di Padre Pio fu talmente grossa da spaccare la montagna e mi disse:”Francescana Diocesana! … Vai e diglielo! Perché, se nelle Diocesi e nelle Parrocchie non riscoprono l’ubbidienza, la povertà e la castità, la chiesa naufragherà! Ci saranno tempi difficili!....”

In un secondo tempo chiesi a Padre Gerardo di scrivere la Regola dei Discepoli. Ma il Padre disse di no. Perché come frate di San Giovanni Rotondo non era ammissibile …

Padre Gerardo si ammalò gravemente …. Stava morendo. Alle cinque del mattino all’improvviso, in casa mia, apparve Padre Pio e gli chiesi la grazia per lui. Padre Pio mi disse:” La grazia gli è concessa!... sono le ore 5… digli …. che ti faccia la Regola per i Discepoli di Padre Pio” alle ore 6.30 si svegliò completamente guarito. Soggiornò due volte per 15 giorni a Vitinia nella nostra Casa Accoglienza e, dopo varie consultazioni, stese la bozza dello Statuto e la Regola di vita dei Discepoli di Padre Pio.

Tra le autorità che mi hanno maggiormente sostenuta, tengo a ricordare, inoltre, S.E. Mons. Clemente Riva, il Nunzio apostolico in Siria S.E. Monsignor Luigi Accogli, S.E. l’Arcivescovo Mons. Rino Fisichella, S.E. Mons. Paolo Schiavon, S. E. Mons. Giovanni D’Ercole, il quale ci ha dato assistenza spirituale per molti anni e tutt’oggi è Presidente della Fondazione Ecclesiastica “ I Discepoli di Padre Pio”.

OPERE REALIZZATE DAI DISCEPOLI DI PADRE PIO
(su indicazione di Padre Pio a Irene)

Il 18 giugno 1988, alle due del mattino mentre pregavo, Padre Pio mi apparve e mi disse: “L’Eterno Padre mi ha dato da scegliere un luogo nel Comune di Roma, ed io ho scelto la Parrocchia di Vitinia perché è dedicata al Sacro Cuore di Gesù Agonizzante, quel cuore nel quale io dimoro e ho sempre dimorato e dal quale prendo tutto per darlo a chiunque mi si rivolge. Io sono sempre qui presente, come a San Giovanni Rotondo sulla mia tomba e a “Casa Sollievo della Sofferenza”, affinché questo luogo diventi centro di irradiazione di fede. Fai mettere una statua di Padre Pio sul sagrato della Chiesa.”

Il 25 giugno 1989 viene inaugurata la statua di Padre Pio, opera dello scultore Antonio Berti di Sesto Fiorentino, figlio spirituale del Padre, alla presenza di numerose autorità civili e religiose.

Il 18 febbraio 1990 ancora una volta Padre Pio si manifesta alle 2 del mattino invitandomi a pregare, perché mi sarebbe successa una grande cosa.

Al mattino, durante la Messa, vedo, al momento dell’elevazione, elevarsi dal Sacro Calice un cuore incandescente, come un ferro rovente, che pulsava ed irradiava aloni di grande luce. Padre Pio mi disse: “Guarda, figlia mia, soltanto attraverso il cuore Eucaristico di Gesù, questo luogo può essere centro di irradiazione di fede”. Mi fece vedere la cripta sottostante la chiesa parrocchiale, usata come magazzino, e mentre mi sentivo sprofondare nella cripta, Padre Pio disse: “Fai ristrutturare la cripta e fai mettere Gesù in adorazione perpetua a nome dei Gruppi di preghiera e dei devoti di Padre Pio e dì a tutti che io sono sempre lì presente ad aspettare chiunque vi entra per presentarlo a Gesù e nessuno ne uscirà mai a mani vuote!”. Ne informai il Parroco che accolse la richiesta e mi disse:” … fai pure ma non mi chiedere una lira!” … le stesse parole di quando è stata eretta la statua di Padre Pio in Vitinia…. e così è stato … Il 20 dicembre la cripta ristrutturata venne inaugurata dando inizio all’Adorazione Eucaristica ogni giovedì.

Nel 22 febbraio 1990 Sua Santità Giovanni Paolo II ha visitato la nostra Parrocchia su mio invito personale.

Nel 1991 Padre Pio mi esorta a realizzare una casa di Accoglienza per l’Uomo Solo dicendomi
” mentre anche la lebbra si cura con le medicine, la solitudine si cura soltanto con l’amore!”

Nel 1994 si costituisce l’Associazione di Padre Pio per l’Uomo Solo il cui statuto mi viene dettato da Padre Pio che mi disse: “Senza la fede non nasce la speranza, senza la speranza non nasce la carità, virtù grande che allarga il cuore fino a trasformarlo in un tempio dello Spirito Santo …. ”.

Il 19 dicembre del 1997 durante un pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo, in preghiera sulla sua tomba, Padre Pio mi dice di dare inizio ad un nuovo progetto per l’accoglienza. Mi dice;” Vai a
Roma e piglia la casa!” Pur consapevole delle difficoltà, mi sono affidata totalmente alla volontà di Dio, chiedendo al Padre di essere illuminata su come procedere.
Il 13 gennaio del 1998, durante la Santa Messa celebrata dal Parroco, monsignor Marino Bruno, l’Arcangelo Raffaele, scoccando una freccia in una direzione del quartiere, mi disse:” Vai, Villa Maria Grazia!”. La struttura era in vendita…e dopo una difficile trattativa, per la scarsità dei mezzi a disposizione, il 18 maggio del 1998 si redige il compromesso. La costituita “Associazione Casa di Accoglienza dell’Uomo Solo” firma il contratto di acquisto.

Nell’ottobre del 2000, dopo adeguata ristrutturazione, nella Casa di Accoglienza sono state ospitate ragazze madri e sono nati 38 bambini. Si svolgono tuttora molte attività caritative. All’interno c’è anche una cappella con Gesù Sacramentato dove si svolgono incontri di preghiera e formazione religiosa.

Nel 2004 altre opere di Padre Pio hanno visto la luce anche all’estero: in Argentina è stato costituito un centro diurno “La Casa del Nido Padre Pio”, una mensa per bambini bisognosi figli di “cartoneros”. In Sri Lanka sono stati inviati aiuti economici, generatori elettrici e medicinali per sostenere le popolazioni colpite dallo tsunami del 2005. In Eritrea, adozioni a distanza. In Piemonte, Fraiteve, nel Sestriere, nella vallata dove si sono svolte le gare di discesa libera delle Olimpiadi 2006, è stata costruita ed inaugurata una Cappella rifugio ed eretta una statua di Padre Pio benedicente la vallata. Il Padre mi fece vedere una moltitudine di persone elegantemente vestite, rivolgendosi a loro, mi disse:”… Guarda figlia mia ! sono scheletri viventi! ma essi si gireranno a guardarmi … io li benedirò ed essi si convertiranno..!” con una verga aprì tutti quei cappotti ... io vidi tutti scheletri e Padre Pio aggiunse :”Si convertiranno!”

Nel corso degli anni lo Spirito Santo, che aleggia in questo luogo, ci sostiene per dare vita alla preghiera e a molte opere di carità.

S.E. Mons. Rino Fisichella, allora vescovo di settore, prende in considerazione tale progetto e il 23 gennaio 2002, nasce l’Associazione privata di fedeli riconosciuta” I Discepoli di Padre Pio”, con decreto di S. E. il Cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma. A supporto dell’Associazione, si costituisce la Fondazione “I Discepoli di Padre Pio” per la promozione e diffusione di attività che si ispirano alla figura di Padre Pio. Il Cardinale Vicario per la Diocesi di Roma la erige quale persona giuridica pubblica e chiama a presiederla Don Giovanni d’Ercole, Capo Ufficio della Segreteria della Santa Sede.

Il 15 novembre 2002, S.E. Mons. Rino Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranese, alla presenza di numerosi sacerdoti, Mons. Giovanni d’Ercole, Mons. Marino Bruno, ha solennemente consacrato l’Altare della cappella della Casa di Accoglienza a San Pio da Pietrelcina. Il Signore ha messo il Suo sigillo.

Nel 2006 Padre Pio mi dice: “In Calabria devi fare un santuario, un ospedale pediatrico, un centro di ricerca, un villaggio per i sofferenti”. Davanti all’enormità del progetto, cerco di respingere la richiesta, ma Padre Pio mi dice con forza: “Lo devi fare!” e mi indica il luogo. Senza mezzi economici, ma con immensa fede nella divina provvidenza e nelle parole di Padre Pio che aggiunge: “Figlia mia, bisogna fare qualcosa per questa terra per ridare speranza, lavoro e assistenza a tanta gente, se non si fa niente nasceranno sempre più sterpi e delinquenti!”. Sostenuta dall’Associazione “I Discepoli di Padre Pio” contatto il Vescovo Mons. Domenico Cortese e le autorità locali, vado in Calabria, trovo il posto e mi impegno ad acquistare il terreno di 16,700 ha. in vendita. Scopro successivamente, che nelle immediate vicinanze del terreno acquistato in quel luogo, Gesù sarebbe apparso, nel 1982, diciotto volte presentandosi come “Re dei Re”.
Una cappellina ne ricorda gli eventi.
In un altro terreno, sempre in Calabria, donatoci dai coniugi Antonio e Maria Vallone adiacente a quello da noi acquistato, sorgerà una struttura per anziani, disabili ed ex carcerati. Si realizzerà così, con l’aiuto di Dio, quello che Padre Pio mi ha profetizzato dicendomi:” I miei Discepoli devono prendersi cura dal bimbo che nasce all’uomo che muore! Figlia mia! …. il mio nome oltrepasserà i confini dei continenti!”.

Il 24 aprile 2008, durante la solenne concelebrazione in occasione dell’Ostensione e Venerazione del corpo di San Pio da Pietrelcina, a San Giovanni Rotondo, al momento del Gloria, Padre Pio mi dice: “Sono qui per glorificare Iddio…Tutti coloro che ti hanno aiutato e ti aiuteranno sono benedetti da Dio nella loro generazione in avvenire … e di te, figlia mia, fin’ora me ne sono servito per il bene della Chiesa, adesso me ne servo per la Gloria di Dio!Fai una casa per i sacerdoti …”

Con l’erezione della statua di Padre Pio e l’apertura della cripta nella Chiesa del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante si sono intensificate le attività di evangelizzazione e formazione sulla spiritualità di Padre Pio con Convegni regionali annuali dei giovani, dei gruppi di preghiera e la Conferenza permanente in onore del Santo da Pietrelcina.

Dal 2008 al 2014 abbiamo compiuto nelle Regioni del Veneto, delle Marche, del Lazio, della Basilicata , della Calabria, della Sicilia e delle Isole Eolie diverse missioni di evangelizzazione portando nelle varie Diocesi e Parrocchie le Reliquie di Padre Pio, donatemi da Padre Gerardo Di Flumeri. Tali Reliquie mi hanno permesso di trovare aperte non solo le porte delle parrocchie ma anche i cuori di molte persone. Durante le missioni siamo stati sempre accolti con onore dai Vescovi e dalle Autorità locali. Per ogni evento ho sempre relazionato l’Ufficio giuridico della mia Diocesi.

Fra questi eventi molto importanti sono stati gli incontri con la Casa Circondariale Maschile di Matera e quella femminile di Rebibbia a Roma.

Il 16 Dicembre 2009 è stata acquistata una villa a Vitinia per il discernimento vocazionale maschile denominata “Casa degli Angeli” che è attualmente destinata, per un anno, all’accoglienza di una famiglia di rifugiati, secondo il desiderio di Papa Francesco attraverso la Caritas Diocesana.

Venendo all’attualità, ribadisco la mia fiducia nella Chiesa, e rinnovo la mia richiesta di aiuto e di accompagnamento nella difficile opera di apostolato alla quale sono stata chiamata. Confermo di pregare ogni giorno per il Santo Padre e per tutti i sacerdoti e rinnovo la mia disponibilità a dare la mia vita per la conversione dei peccatori e il bene delle anime.

Padre Pio dalla periferia romana è entrato in Roma nella Basilica di San Giuseppe al Trionfale - Parrocchia, dove il parroco Don Wladimiro Bogoni ha sposato in pieno la nostra causa e ci sta accompagnando in ogni nostro passo. Inoltre è stato avviato, a partire da settembre 2015, un percorso di approfondimento dell’Epistolario di Padre Pio e di introduzione alla preghiera profonda.

Avrà luogo una missione di evangelizzazione in Canada (Montreal) e in America (Cleveland) per far conoscere anche lì i Discepoli di Padre Pio e diffondere l’amore per la Chiesa e della Chiesa di Roma. Siamo in contatto anche con don Roberto Garro, parroco di Ferla (Siracusa), per la donazione di un palazzo storico di oltre 2000 metri quadrati, da destinare a casa di recupero e di accoglienza. 

 

 

IRENE GAETA

 

 



Nota (1)

Il Crocifisso della vestizione di Padre Pio fu custodito dalla nobildonna Margherita Hamilton fino alla sua morte avvenuta nel 1972. Dopo tale evento il Crocifisso mi fu consegnato dalla Marchesa Giovanna Boschi, su incarico della Hamilton, in quanto, come già preannunciatole da Padre Pio, l’aveva destinato a me.

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